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Colonnine di ricarica, operatori guardano a impulso UE per accelerazione settore

articolo pubblicato il 5 aprile 2023 - 17.54 in Energia
Il primo trimestre del 2023 ha segnato un nuovo record per la rete di ricarica dei veicoli elettrici in Italia, ma gli operatori del settore credono che siano necessarie le nuove regole in corso di approvazione in sede comunitaria per accelerare ancora di più la rete di colonnine del paese, in modo da arrivare preparati agli ambiziosi piani UE di conversione del parco veicoli a mezzi più green atteso nel 2035.

Secondo dati E-Motus, nel primo trimestre dell'anno sono stati installati 4.401 nuovi punti di ricarica a uso pubblico, che portano il totale nazionale a quota 41.173 punti. Se si guarda agli agli ultimi due anni, si può notare come i punti di ricarica presenti in Italia siano praticamente raddoppiati: da 20.757 a 41.173. Analizzando la distribuzione delle infrastrutture si osserva un leggero recupero al Sud e nelle Isole, ora al 21% del totale, che guadagnano un punto percentuale di quota rispetto al Nord (57% del totale) e si avvicinano al livello del Centro (22%).

A marzo, intanto, le immatricolazioni di auto elettriche ritrovano il segno positivo con un progresso dell’82% a 8.170 unità, secondo i dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Torna a salire anche la quota di mercato delle vetture full electric: 4,8% a marzo 2023 (dal 3,7% dello stesso mese del 2022) e 3,8% nel Q1 2023 (dal 3,3% del periodo gennaio-marzo 2022).

Questi dati positivi sono arrivati a pochi giorni di distanza da un significativo accordo politico raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio per aumentare il numero di stazioni di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno accessibili al pubblico, soprattutto presso i principali poli e corridoi di trasporto dell'Unione europea. L'accordo politico provvisorio, che ha modificato alcune proposte della Commissione, è ora soggetto all'approvazione formale dei due colegislatori.

La proposta di regolamento sull'infrastruttura per i combustibili alternativi (AFIR) prevede, in particolare, che l'infrastruttura di ricarica per autovetture e furgoni debba crescere allo stesso ritmo della diffusione dei veicoli. A tale fine, per ciascuna autovettura elettrica a batteria immatricolata in uno Stato membro deve essere messa a disposizione una potenza di uscita di 1,3 kW nell'infrastruttura di ricarica accessibile al pubblico. Inoltre, a partire dal 2025, lungo la rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) devono essere installate ogni 60 km stazioni di ricarica rapida di almeno 150 kW.

Inoltre, è necessario realizzare, a partire dal 2025, stazioni di ricarica per i veicoli pesanti con una potenza di almeno 350 kW. Queste stazioni devono essere dislocate ogni 60 km lungo la rete centrale TEN-T e ogni 100 km sulla più ampia rete globale TEN-T, assicurando entro il 2030 la completa copertura della rete. Infine, a partire dal 2030 deve essere realizzata un'infrastruttura di rifornimento di idrogeno in grado di servire sia autovetture che furgoni in tutti i nodi urbani e ogni 200 km lungo la rete centrale TEN-T, con una rete sufficientemente capillare da consentire la circolazione dei veicoli a idrogeno in tutta l'UE.

"Non possiamo che ritenerci soddisfatti del provvedimento che porterà inevitabilmente ad un incremento del numero delle colonnine presenti sul territorio", ha detto a Teleborsa Rosario Pingaro, amministratore delegato di Convergenze, società quotata su Euronext Growth Milan (EGM) che ha sviluppato un network di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

Secondo Pingaro, "solo con la crescita del numero delle colonnine in tutta Italia sia possibile garantire la svolta del settore e di conseguenza si dovranno prevedere significativi investimenti per accelerare la costruzione di una infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici che comprenda pubblico e privato". "Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un ampliamento dei punti di ricarica, ma una svolta significativa nei prossimi mesi per la crescita delle infrastrutture sarà determinata anche dai fondi del PNRR e da questa normativa appena approvata", ha aggiunto.

Nel percorso di transizione energetica non è però fondamentale solo costruire una rete di distribuzione dell'energia efficiente e capillare, ma anche alimentare questa rete da fonti rinnovabili. Su questo fronte, i passi avanti da fare sono significativi, anche perché ci sono diversi ostacoli alla realizzazione dei nuovi impianti, tra cui una burocrazia farraginosa, dinieghi imposti da parte di amministrazioni locali e regionali, o da parte delle soprintendenze ai beni artistici e culturali.

"In questi ultimi anni, dopo la crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina, molto è stato fatto in termini di semplificazione - ha detto a Teleborsa Alfredo Balletti, amministratore delegato di Comal - ma riteniamo che la strada sia ancora lunga e che siano necessari ulteriori interventi normativi e soprattutto di crescita culturale verso le rinnovabili da parte degli amministratori ma anche dei cittadini".

Comal, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore dell'impiantistica per la produzione di energia da fonte solare, ritiene che la normativa europea sulle colonnine di ricarica elettrica potrà dare anche grande impulso alla costruzione di impianti come quello che ha realizzato per Carpoint, una concessionaria di automobili (anche elettriche) con sede a Roma e per la quale Comal ha realizzato un impianto fotovoltaico in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell'immobile e un sistema di ricarica delle batterie per le automobili elettriche.

"Si tratta di un impianto da 0,4 MWp totalmente autonomo e indipendente dalla rete, che in termine tecnico si definisce off-grid, quindi senza bolletta, caratterizzato dalla capacità di produrre energia esclusivamente per le utenze alle quali è collegato - racconta Balletti - In particolare, questo impianto funziona grazie ai moduli fotovoltaici installati su strutture fisse e parcheggi coperti con tecnologia tracker monoassiali prodotti da Comal. L'impianto sarà inoltre dotato di batterie di accumulo e quattro colonnine di ricarica per le auto elettriche vendute da Carpoint".

Rimane ancora indietro l'idrogeno, specialmente nell'utilizzo come carburante per i veicoli. Anche per questo, l'accordo UE degli scorsi giorni - per garantire che gli investimenti in materia di rifornimento di idrogeno abbiano la massima efficacia e per adeguarsi alle evoluzioni tecnologiche - prevede che i requisiti si concentrino sulla realizzazione di un'infrastruttura di rifornimento di idrogeno gassoso, con particolare attenzione ai nodi urbani e agli hub multimodali.

Secondo Enrico D'Angelo, amministratore delegato di ErreDue, "in merito alle tecnologie e allo stato dell'arte nel settore della sperimentazione per l'automotive siamo all'ultimo appello del processo di produzione. Siamo pronti a garantire tutto ciò che è necessario per lo sviluppo del settore. Tuttavia, la maturità del mercato è nelle mani dei produttori di automobili".

Come ErreDue, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel campo degli elettrolizzatori per la generazione di idrogeno pulito, "siamo pronti ad accogliere la sfida e a fornire elettrolizzatori alimentati da rinnovabili per la produzione di idrogeno verde, sia per alimentare i motori elettrici a fuel cell, sia per i motori endotermici a H2 o e fuel", ha aggiunto.

D'Angelo ha comunque detto a Teleborsa di essere "ottimista" anche per "l'apertura dimostrata dal Governo con le disposizioni presentate nel Decreto PNRR3" e pronto "ad accogliere le sfide che la transizione energetica comporterà, proseguendo nelle nostre costanti attività ed investimenti in ricerca e sviluppo".

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