Proxigas ha accolto con favore il DL Bollette che considera "un sostegno efficace ed immediato per famiglie e imprese", ma ritiene che "in un contesto geopolitico estremamente instabile" sia "necessario promuovere uno sviluppo del sistema energetico nazionale finalizzato alla diversificazione delle rotte di approvvigionamento, del mix delle fonti e dei vettori energetici".
"L’obiettivo da perseguire - si afferma - è assicurare la sicurezza delle forniture e la loro sostenibilità economica. Per questa ragione, è fondamentale predisporre misure strutturali e politiche efficaci sul gas, fonte energetica che ha e continuerà ad avere un ruolo centrale nel mix del Paese e nel processo di transizione energetica".
L'associazione che rappresenta le imprese operanti nel settore del gas, ha descritto diffusamente queste iniziative nella Memoria sul Ddl Bollette depositata presso la X Commissione – Attività Produttive Commercio e turismo in occasione dell’audizione del Presidente di Proxigas, Cristian Signoretto.
L’Italia e l’Europa non producono abbastanza gas da soddisfare la domanda interna e quindi sono importatori netti di gas, nell'ambito di una competizione per gli approvvigionamenti che resterà sostenuta nell'arco dei prossimi anni a causa della crescita esponenziale della domanda energetica globale, da soddisfare in maniera più sostenibile.
In Italia, la domanda di gas appare resiliente, essendo aumentata dell’8%, pari a 1,2 miliardi di metri cubi, nei primi due mesi dell'anno rispetto al pari periodo del 2024. A febbraio, in particolare, l’aumento è pari a +5%, trainato dalla generazione termoelettrica (+37,4%) e dal settore civile (+10,9%). Analoghe dinamiche si riscontrano anche in Europa, dove la domanda di gas è aumentata complessivamente del 20%, con un incremento della generazione elettrica gas del 60% e della domanda per riscaldamento di oltre il 15%. Allargando lo sguardo oltre i confini europei, l’anno scorso in Asia il consumo di GNL è aumentato di oltre 30 miliardi di metri cubi.
Ne consegue che l'Italia è sempre più dipendente dal GNL (la quota è salita dal 13,5% del 2021 al 23,7% del 2024), allo scopo di sostituire le forniture russe. Per scongiurare il rischio di scarsità di gas e tensioni sui prezzi bisogna, in primo luogo, sostenere lo sviluppo della produzione nazionale ed in secondo luogo proseguire il processo di diversificazione delle rotte di approvvigionamento e lo sviluppo delle infrastrutture, in ottica di maggiore sicurezza ed efficienza. Inoltre, la stipula di contratti di acquisto di gas a lungo termine può garantire maggiore liquidità al mercato con il duplice vantaggio di favorire nuovi investimenti e far aumentare globalmente l’offerta di gas. Questo assicurerebbe un maggior equilibrio tra domanda e offerta e, di conseguenza, una maggiore stabilità dei prezzi ed andrebbe anche a beneficio dei settori industriali particolarmente esposti alla concorrenza. Allo stesso scopo, è fondamentale sostenere e supportare anche investimenti in produzione ed infrastrutture in Paesi extra UE e promuovere mercati liberalizzati ed efficienti attraverso la rimozione delle barriere che impediscono la loro piena interconnessione.
In quest’ottica, l’eliminazione dell’effetto 'pancaking', le tariffe di transito per import/export da nord Europa verso l’Italia permetterebbe di ridurre in modo rilevante, o addirittura azzerare, lo spread tra gli indici Psv e TTF. Infatti, il costo della logistica di transito è la causa principale del divario tra i prezzi italiani e l’indice di riferimento TTF.